DAL VINO PIÙ PREGIATO DELL’ANTICHITÀ ROMANA…
Il Greco di Tufo ha origini antiche e lo attesta il ritrovamento a Pompei di un affresco appartenente al I secolo a.C., dove veniva espressamente nominato il “vino greco”. Ne parlava anche Plinio il Vecchio, nella celebre Naturalis Historia (risalente a prima del 79 d.C.), nel libro XIV, interamente dedicato alla vite e al vino: «In verità il vino Greco era così pregiato, che nei banchetti veniva versato solo una volta».
Considerato come il più nobile dei vitigni bianchi, la sua uva veniva anticamente chiamata Aminea gemella perché sviluppa un gran numero di grappoli doppi.
…A OGGI: LA DENOMINAZIONE PIÙ PREZIOSA D’ITALIA
Con una superficie coltivata di circa 600 ha, il Greco di Tufo è una delle DOCG più piccole per estensione territoriale. Si tratta di una viticoltura estremamente parcellizzata, dove prevalgono piccoli fazzoletti sparpagliati su pendii ripidi e impervi che rendono impraticabili interventi meccanizzati. Composta da 8 comuni, tra cui Tufo, è dal 2003 l’unica DOCG riservata a un vino bianco nel Sud Italia, insieme al Fiano di Avellino.
Questo vitigno dalla buccia sottile, necessita di grande cura e attenzione nella fase produttiva dando vita a vini di grande personalità ed eleganza, destinati a lunghi periodi di invecchiamento. Un vino che sfida il tempo in bottiglia, evolvendosi di continuo negli anni e arricchendosi in profumi, struttura e persistenza.
L’ESPRESSIONE DELLA MINERALITÀ
Situato vicino alla più grande miniera di zolfo del Sud Italia, Cutizzi è un cru affascinante. La straordinaria mineralità del vino nasce dalla presenza di ferro, magnesio, potassio nei suoli.