Feudi di San Gregorio sviluppa da anni un lavoro di ricerca sul vino dell’Irpinia, una regione che possiede caratteristiche molto particolari rispetto al territorio campano sotto il profilo orografico e del clima. Il fulcro dell’opera dell’azienda lo si individua nella protezione e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni campani.
Uno dei più importanti è il Taurasi, tra i cui vigneti passa il corso del fiume Calore. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le caratteristiche e l’area di produzione di questo particolare vigneto irpino.
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Taurasi: caratteristiche e area di produzione
Taurasi è la prima (e unica dal 1993 al 2003) DOCG di tutta l’Italia meridionale. Le caratteristiche geo-territoriali di questa zona sono piuttosto varie e non è possibile inquadrare allo stesso modo l’intera zona.
Il Taurasi, è prodotto in un’area di grande tradizione vitivinicola, che comprende ben 17 comuni dell’Irpinia (Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano, tutti in provincia di Avellino).
Le vigne sono distribuite fra i 300 e i 600 metri di altezza, in un contesto di perfetto equilibrio fra clima, vitigno e terreno. Questo equilibrio si è rafforzato con il tempo e ha portato alla realizzazione di un vino dalle caratteristiche superiori che lo distinguono. Tra queste c’è sicuramente la sua complessità aromatica, ma anche il gusto vellutato, pieno ed elegante, e i profumi intensi e delicati.
Ottenuto dal migliore vitigno dell’antichità, ovvero la Vitis hellenica, rappresenta quello che è considerato il più nobile della prestigiosa famiglia, mentre il nome deriva dalla cittadina omonima, l’antica Taurasia. L’Aglianico è il più importante dei vitigni del Sud, tra i migliori vitigni rossi italiani e internazionali. Le prime bottiglie risalgono alla seconda metà dell’800.
I suoli dell’Irpinia presentano forti matrici vulcaniche e sabbiose, che hanno preservato le sue viti dall’epidemia di filossera, permettendole di divenire il centro della nuova viticoltura europea. Un ruolo cruciale è stato svolto anche dallo strategico scalo ferroviario lungo il tragitto della linea Rocchetta Sant’Antonio-Avellino, il maggiore centro di raccolta dei vini di tutta la Valle del Calore.
L’Aglianico predilige suoli vulcanici ricchi e arieggiati e trova il suo habitat ideale nelle colline del Taurasi, in un territorio incontaminato. Le viti vengono preservate attraverso metodi di lavoro antichi che ne permettono la conservazione. Le uve vendemmiate tra ottobre e novembre generano vini di grande struttura, sapidità e longevità. Fermentazione e macerazione avvengono in acciaio. Ci sono 18-24 mesi di affinamento in barriques di rovere francese e botti di 50 hl di media tostatura, ai quali si aggiunge un lungo risposo in bottiglia di 24 mesi.
I vini del Taurasi: caratteristiche
Le caratteristiche del Taurasi variano a seconda della zona di produzione: cambiano sapori e aromi con differenze che gli esperti sanno notare con grande facilità.Dalla zona nord-est (la riva destra del fiume Calore) provengono i Taurasi più connotati negli aromi speziati e affumicati, che si riconoscono per il sorso snello e saporito, senza eccessi alcolici, nervosi o tannici. Nella zona nord-ovest (riva sinistra del fiume) troviamo quelli più pronti e accessibili sin dalle prime fasi, giocati sull’eleganza più che sulla potenza, con leggeri apporti alcolici. Dall’Alta Valle del fiume (sud-est) provengono invece i Taurasi più potenti, alcolici, duri e tannici, adatti a lunghe evoluzioni; mentre nella zona delle terre del Fiano si incontrano Taurasi arcigni e terrosi, ma anche espressioni più leggere e ariose.
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